di Bianca Di Maggio

Nel mese di maggio, le classi terze delle scuole di Spinetta e San Giuliano sono andate in gita alla sinagoga di Casale Monferrato, cittadina a poca distanza da Alessandria. L’edificio si trova nel cuore dell’antico ghetto della città ed è stato inaugurato nel 1595, anche se, nel corso dei secoli, non sono mancate le ristrutturazioni e gli ampliamenti.

Piccola ma di grande effetto, è considerata una delle sinagoghe più belle d’Europa con il suo stile barocco e rococò. Dopo una breve visita all’interno della sinagoga, dove i ragazzi hanno indossato la kippah, come da tradizione, e si sono seduti nelle pancate opposte a quelle delle ragazze, ci siamo diretti verso il museo dove le guide ci hanno diviso in due gruppi. Il signor Maurizio ha raccontato al mio gruppo moltissime cose interessanti: ho scoperto, ad esempio, che tutto ciò che avevo visto di color oro era, in realtà, di argento: dopo l’episodio del vitello d’oro, infatti, questo metallo è severamente vietato.

Mi sono sentita a mio agio a fare domande, perché la guida ci ha raccontato che, nel mondo ebraico, è più importante la domanda della risposta: senza le domande, anche se banali, non può infatti esserci una risposta. Maurizio ci ha poi fatto vedere degli antichi rotoli, scritti in ebraico e con i dieci comandamenti: si tratta di una Torah di fine ‘700, scritta da destra verso sinistra e riportante, all’inizio, la Genesi. La guida ci ha spiegato che chi scrive deve procurarsi un inchiostro speciale, per scrivere su una pergamena appositamente preparata per diventare testo sacro: la Torah deve poi essere toccata il meno possibile, sia per evitare di rovinarla sia perchè all’interno c’è il nome di Dio. Per riuscire a limitare il contatto si usano due manici e una manina per tenere il segno quando si legge, rigorosamente senza saltare nemmeno una lettera.

La visita è proseguita con una camminata nella parte riservata alle donne, che dava sulla sinagoga ma che separava la parte femminile da quella maschile.  Poi siamo andati nella sala di Pesach, dove si ricordano i festeggiamenti per la Pasqua ebraica: la guida ci ha spiegato che per tutta la Pasqua non si possono mangiare cibi lievitati, che vanno eliminati anche dalle dispense: questa festa è una delle più importanti per la comunità ebraica e la cena, che prevede anche erbe amare, un cosciotto di agnello e pane azzimo, è un momento di grande tradizione. Maurizio ci ha poi raccontato la storia di Ester, protagonista dell’omonimo libro e celebrata nella festa di Purim. Dopo aver scoperto anche il significato della “festa delle capanne”, che ricorda la liberazione dall’Egitto, abbiamo visitato un vero baldacchino matrimoniale, imparando anche i segreti del matrimonio ebraico.