di Martina Gerbi

E’ già passato più di un mese, ma un’esperienza simile non si può dimenticare. Il 13 dicembre scorso, ho partecipato ad un saggio di chitarra al liceo musicale “Umberto Eco” di Alessandria. Il saggio sarebbe iniziato alle 16, però sono arrivata lì alle 15:25.
Appena entrata mi hanno accolta le signore che erano nella portineria, subito all’ingresso. Mi hanno riconosciuta ed hanno chiamato la professoressa di chitarra, che mi ha subito invitata a posare la sacca del mio strumento in una classe e, dopo avermi fatto prendere l’indispensabile, mi ha portata nell’aula magna. Si tratta di una grande sala che si trova di fronte all’ingresso e una rampa di scale ti porta in questo mini-anfiteatro. Questa aula è disposta di tre o quattro gradoni, dove le persone erano sedute. Appena entrata, l’insegnante, mi ha raccontato brevemente la storia dell’affresco dipinto sul soffitto. Poi mi ha fatto sistemare qualche minuto su un gradino e, dopo poco, mi ha fatto provare al centro della sala il mio pezzo. Una volta finito, ha fatto accomodare delle altre persone a provare i loro pezzi. Intorno alle 15:55 ci hanno fatto sedere a un lato del palcoscenico e abbiamo aspettato che le persone entrassero e che i vari professori introducessero cosa si sarebbe svolto.

Il primo ragazzo a suonare è stato un violinista di circa sedici o diciassette anni. Poi c’è stata una ragazza chitarrista e poi io. Avevo molta ansia ma me la sono cavata abbastanza bene. Una volta finito il mio brano sono tornata a posto e ho ascoltato i ragazzi dopo di me. In tutto il saggio sarà durato circa un’ora e quaranta. Io non sono stata l’unica ad avere partecipato, ma anche alcuni pianisti hanno svolto il saggio qualche giorno dopo averlo fatto io.