di Daria Rusu
Abbiamo incontrato la professoressa Nicoletta Frigo, ex docente di sostegno e poi di educazione fisica, che prima di andare in pensione ha lavorato presso la scuola di San Giuliano. Le abbiamo chiesto quale sia il suo ricordo del passato e quali speranze abbia per i giovani del futuro.
Professoressa, lei ha trascorso in questa scuola molti anni…
Sì, ho insegnato dal 1979 al 2018: 41 anni di insegnamento per piccoli e grandi. Ho iniziato, a dire il vero, nella scuola di Alessandria, ma poi per problemi di trasferimenti mal riusciti mi sono ritrovata a Spinetta. Ero l’ultima arrivata, così da lì sono stat
a assegnata a San Giuliano. All’inizio ero molto arrabbiata, ma poi…
Poi cosa è successo?
Ho scoperto che anche dietro un’apparente delusione può nascondersi qualcosa di meraviglioso. C’erano pochi iscritti, al punto che rischiavamo di chiudere: probabilmente c’era chi pensava che una scuola grande e famosa offrisse più possibilità, ma avevamo un bell’ambiente, protetto. Mi sono trovata benissimo, affezionandomi a colleghi e ad alunni e facendo tantissime attività.
Ad esempio?
Oltre allo studio, i ragazzi potevano frequentare molti corsi: avevamo il progetto cucina, il progetto orto, ma anche quello delle scienze motorie, di mia responsabilità. Per due volte alla settimana ci incontravamo e, a seconda del periodo, svolgevamo diverse attività. Era così bello e appassionante che quasi non mi sembrava di lavorare!
Merito dei ragazzi?
Soprattutto di loro, certamente. Mi ritrovavo a fare più cose di quelle che avrei dovuto fare perché mi entusiasmava stare con loro, vederli a loro volta contenti, riuscire a creare un bel rapporto anche con quegli alunni che tra i banchi sembravano più restii. Vedere la felicità dei ragazzi nel fare quello che viene loro proposto è stato un gran traguardo.
Ha nostalgia della scuola?
Sarò sincera: no. Ho dato tutto quello che potevo dare, sicuramente molto di più di quello che avrei dovuto “per contratto”. Quando sono andata in pensione ho potuto godermi tutti gli spazi e le persone che prima avevo in qualche modo trascurato e mi sono permessa di fare ciò che mi piaceva. Anche se…
Anche se?
Anche se una cosa che mi manca, a dirla tutta, c’è. Gli alunni. Ti mantengono anche giovane, ti spingono a rimetterti un po’ in gioco tutte le volte, perché tu vai avanti con gli anni ma hai sempre alunni giovani davanti agli occhi.
Cosa pensa della scuola di oggi?
Credo che la scuola in Italia abbia fatto tanti progressi. Siamo sempre stati vivaci dal punto di vista dei programmi, all’avanguardia rispetto a molte scuole nel mondo. Dal dire al fare, purtroppo, c’è una bella differenza, però: purtroppo la scuola italiana ha pochissimi finanziamenti, troppi pochi. Anche se sulla carta ci sarebbero moltissime possibilità, nella pratica ci si scontra con una difficile situazione economica. Al giorno d’oggi, poi, le nuove tecnologie sembrano farla da padrone: i social, il web, sono realtà ottime, che aprono la mente, ma hanno bisogno di una buona base culturale di supporto, per non incappare in pericoli. Insomma, ragazzi, impegnatevi: cercate di studiare, di imparare, di conoscere. Riuscirete a capire meglio il mondo che avete attorno.
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