di Eleonore Bisio
La bidelleria è un luogo frenetico. Il telefono squilla molto spesso, c’è un gran via vai di professori che chiedono qualche fotocopia, di ragazzi che domandano di poter avvisare i genitori, perché non si sentono bene. Ho aspettato Elsa, la nostra collaboratrice scolastica, perché avevo qualche domanda da farle: conosciamo così poco, del loro mondo! Veloce, scattante, sempre pronta ad accoglierci con un sorriso, Elsa è una collaboratrice scolastica da circa dieci anni, è una grande appassionata di cucina – ha frequentato molti corsi insieme al marito, e sono due chef provetti! – e adora le lasagne al forno.
Le piace il suo lavoro?
Tantissimo, e ti spiego perché: io lavoravo in una azienda orafa che è andata in fallimento, e a 55 anni ho dovuto cercare il modo di continuare a lavorare. Avevo vinto un concorso nel 1987 e sono riuscita ad entrare nel mondo della scuola: insomma, non è stata proprio una scelta, ma un modo per continuare a lavorare, ma mi piace tantissimo.
Com’era lavorare in una fabbrica orafa?
Producevano gioielli che erano pezzi unici, molto molto belli e molto molto preziosi. C’era chi li ideava, chi li disegnava e chi li produceva ed erano pezzi unici: abbiamo creato alcuni gioielli di Naomi Campbell, le varie coroncine delle Miss Italia. Pensa, abbiamo creato dei caschi per dei campioni di motociclismo: identici all’originale, ma in oro!
Come è organizzata una sua giornata lavorativa?
Io arrivo sempre un pochino prima dell’orario di apertura, per controllare che ci siano i bagni in ordine, specialmente quello dei disabili che viene utilizzato fino all’ultimo minuto del giorno prima: mi sembra importante che al mattino sia completamente perfetto per le persone con disabilità. Nel frattempo, apro tutte le finestre per arieggiare le aule e tiro su le veneziane, accendo le luci, controllo che non manchino professori, apro il portone e faccio entrare voi. Mentre voi fate lezione, può capitare che riordini e lavi il corridoio, soprattutto se ha piovuto. Durante la mattinata, poi, faccio le fotocopie, rispondo alle telefonate, vi aiuto, pulisco la palestra nelle ore in cui non fate educazione fisica…Insomma non c’è da annoiarsi!
Ha lavorato in altre scuole?
Sì, ho lavorato in altre scuole. Io non ho avuto bambini e per poter capire il mondo di voi ragazzi e il mondo dei genitori, ho iniziato con le scuole dell’infanzia, poi le elementari e poi sono stata anche in un liceo dove c’era la quinta e poi ho fatto le medie; quindi, ho percorso tutti gli indirizzi scolastici.
Qual è l’età con cui si è trovata meglio?
I bimbi piccoli che fanno la materna sono simpatici perché sono spontanei: tutto quello che ti devono dire te lo dicono, non hanno mai un secondo fine; i ragazzini delle elementari sono ancora un po’ bambini, sono coccolati ancora dai genitori e dalle maestre; i ragazzi delle medie vorrebbero essere già tanto adulti ma in fondo sono ancora un po’ bambini; quelli delle superiori che ho conosciuto facevano l’ultimo anno, la quinta: erano ragazzi che volevano continuare a studiare. Insomma, tutti gli alunni sono diversi, ma con tutti sono stata bene.
Quanto è difficile questo lavoro da 1 a 10?
Sette. Non è tanto difficile il fatto di dover mantenere le aule in ordine, ma bisogna essere organizzati.
Le piace la scuola in cui lavora?
Tanto, assolutamente sì! E’ bella, è nuova, ci sono dei bei pavimenti, è luminosa, ha una bella posizione, c’è il parcheggio. Mi piace moltissimo.
E noi ragazzi della scuola? Siamo bravi?
Voi siete tutti bravi: portate tanta gioia, serenità e una nota di freschezza non indifferente, ci mantenete giovani! Certo, c’è qualcuno che è più rispettoso e qualcuno che proprio non lo è, però nell’insieme siete tutti molto carini.
Scrivi un commento