di Irene Menabò
Durante lo scorso anno scolastico, le classi 3B e 3E hanno partecipato a un progetto che riguardava fotografia e poesia, diviso in due parti: la prima consisteva nell’illustrare, in classe, le poesie e gli autori più famosi del Novecento. Se ne sono occupate le professoresse Atzori e Cava, che ci hanno presentato delle slide in cui venivano spiegate diverse poesie degli autori più famosi del Novecento, come Aldo Palazzeschi, Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale, Salvatore Quasimodo, Umberto Saba, Wislawa Szymborska, Nazim Hikmet e Alda Merini.
Nella seconda parte, invece, abbiamo incontrato un fotografo di Spinetta Marengo, Alessandro Gallan, il quale inizialmente ci ha illustrato alcune nozioni da sapere per la fotografia. Grazie alle sue indicazioni abbiamo imparato qualche trucco del mestiere e molte cose che non conoscevamo.
In seguito siamo andati alla primaria di Spinetta a scattare delle fotografie con i nostri telefoni, e i ragazzi che non avevano un telefono hanno scattato le foto con l’attrezzatura di Alessandro.
Le foto, però, non dovevano essere scattate a caso ma dovevamo rappresentare degli oggetti che ci ricordassero almeno una delle poesie illustrate in classe la settimana precedente.
Ad esempio molti hanno fotografato le scale, inspirandosi alla poesia “Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale” di Eugenio Montale oppure alcuni hanno rappresentato delle foglie secche ricollegandosi alla poesia “Soldati” di Giuseppe Ungaretti.
Sono riuscita ad avvicinarmi e a fare alcune domande al fotografo che ci ha accompagnato durante tutto il progetto: Alessandro Gallan.
Come ti sei sentito a spiegare ai ragazzi la sua passione?
Mi sono sentito davvero entusiasta e ispirato nel poter condividere la mia passione per la fotografia con i ragazzi. È stato un piacere vedere il loro interesse e la curiosità nei confronti di questa forma d’arte. Spiegare qualcosa che amo mi ha fatto sentire più connesso con loro e mi ha dato la speranza di poter influenzare positivamente il loro modo di vedere attraverso l’obbiettivo.
Come ti sei appassionato alla fotografia?
Mi sono appassionato alla fotografia in modo del tutto casuale. Quando io e mia moglie stavamo insieme da poco, lei mi ha regalato la mia prima reflex. Non ricordo esattamente se fosse per Natale o per il mio compleanno, ma quel dono ha segnato l’inizio di una nuova passione. La fotografia è diventata un hobby che mi ha accompagnato durante un periodo difficile della mia vita, aiutandomi a trovare una nuova prospettiva e ad esprimermi in modo creativo.
Come mai per te la fotografia è così importante?
La fotografia per me è molto importante, più di un semplice hobby; è un modo di esprimere me stesso e di comunicare con gli altri. Mi permette di catturare e conservare momenti preziosi, di esplorare il mondo da angolazioni diverse e di raccontare storie che altrimenti potrebbero passare inosservate. È uno strumento potente per condividere emozioni e punti di vista, e mi dà la possibilità di creare qualcosa di unico e di duraturo.
Hai qualche speranza che i giovani si appassionino alla fotografia come ti sei appassionato tu?
Assolutamente sì! Spero vivamente che i giovani possanoscoprire la bellezza e l’importanza della fotografia. Credo che, in un mondo sempre più digitale, la capacità di osservare e catturare momenti significativi sia più preziosa che mai. La fotografia può aiutare i giovani a sviluppare la loro creatività, la loro capacità di osservare e raccontare le loro storie personali. Mi auguro che la lezione che ho tenuto possa aver acceso in loro almeno una piccola scintilla di interesse che possa crescere nel tempo.